Semi di quinoa
La quinoa è una pianta erbacea, appartenente alla stessa famiglia degli spinaci e della barbabietola da zucchero. Essa è ricchissima di betaina, un agente che svolge la funzione di riduzione dell’omocisteina cioè un amminoacido che, se presente in quantità eccessive nell’organismo, diventa tossico. La pianta, che è originaria del Sud America contiene, inoltre, proteine, vitamine, fibre e sali minerali, superando di gran lunga i valori nutrizionali di orzo e avena. Non è presente, invece, il glutine, fattore che la rende consumabile con tranquillità anche dalle persone celiache. Spesso la quinoa viene definita cereale ma, in realtà, non appartiene alla famiglia delle graminacee, bensì a quella delle chenopodiacee. Pertanto, è di uso comune la definizione di pseudo-cereale.
Il 2013 è stato proclamato “Anno internazionale della quinoa” da parte delle Nazioni Unite, per meglio valorizzarne i benefici e promuoverne la diffusione.
Perché è salutare
L’assunzione di quinoa presenta numerosi vantaggi:
- essendo ricca di calcio, oltreché di magnesio e manganese, previene l’osteoporosi e tutte le patologie che causano la perdita di massa ossea;
- protegge l’apparato cardio vascolare, perché provvede ad equilibrare la pressione sanguigna e a tenere sotto controllo il livello di colesterolo nel sangue. Contiene, infatti, acidi grassi monoinsaturi e appartenenti alla serie omega 6;
- contrasta l’accumulo di grasso e, quindi, il manifestarsi di condizioni di sovrappeso. Infatti, oltre a essere una miniera di elementi nutritivi, aiuta a bruciare calorie aumentando il fabbisogno energetico dell’organismo;
- produce importanti effetti anti-ossidanti e anti-infiammatori, dovuti in particolare alla presenza della quercetina. Rallenta, quindi, il processo di invecchiamento delle cellule, contribuendo a riparare i danni ossidativi;
- ricchissima anche di fibre, provvede a regolarizzare i livelli di zucchero nel sangue, avendo un indice glicemico molto basso;
- contribuisce al buon funzionamento dell’apparato intestinale, migliorandone e regolarizzandone il transito, grazie ancora una volta al robusto apporto di fibre.
Un po’ di storia
La quinoa è la coltivazione più antica dell’America del Sud: essa risale infatti a circa 5 mila anni fa. Questo pseudo-cereale era la base alimentare delle popolazioni indigene come Incas e Maya che, avendone compreso il valore e le proprietà benefiche – non escluso l’elevato potere saziante – la veneravano come “madre di tutti i semi“. La quinoa veniva anche offerta, nelle cerimonie religiose, come simbolo di prosperità. Al loro arrivo i conquistadores spagnoli, tuttavia, la rimpiazzarono con piantagioni di patate, pomodori e mais e ne vietarono la coltivazione: così la quinoa rischiò di sparire del tutto. Fortunatamente qualche coltivazione sopravvisse, ma solo in epoca recente si è provveduto al suo recupero definitivo.
La quinoa – lo ricordiamo – è una pianta resistente che non necessita di particolari cure: si adatta facilmente a climi, terreni e temperature differenti. Questa caratteristica ne accresce ulteriormente il valore, non solo dal punto di vista alimentare ma anche dal punto di vista ecologico ed ecosostenibile.
I semi di quinoa
Della quinoa si consuma praticamente tutto:
- le foglie, simili a quelle degli spinaci possono essere utilizzate sia crude che cotte;
- il fusto, diviene foraggio per gli animali;
- i semi, che attraverso la macinazione forniscono la farina contenente prevalentemente amido oppure vengono consumati previa decorticazione.
I semi ricavati dalla quinoa – che sono la parte più utilizzata della pianta – si caratterizzano per la forma ovale e leggermente schiacciata. Le varietà principali sono tre, in base alla pigmentazione della buccia, anche se i chicchi sono sempre di colore molto chiaro:
- varietà bianca, la più comune in Italia è che richiede i tempi di cottura più ristretti;
- varietà rossa, a livello nutrizionale non c’è differenza anche se richiede una cottura più lunga;
- varietà nera, richiede una cottura ancora più lunga.
I semi di quinoa contengono esternamente saponina. Tale elemento rende i suoi grani scarsamente appetibili a potenziali predatori, come insetti e animali, per il sapore molto amaro. Il nome saponina deriva dall’effetto, simile a quello del sapone, che produce quando entra in contatto con l’acqua. Inoltre, la saponina è una sostanza che si rileva tossica per l’organismo, se presente in quantità elevate. È per questo motivo che i semi di quinoa vanno accuratamente lavati prima del loro utilizzo. Si consiglia, pertanto, di tenerli in ammollo per almeno mezz’ora, anche al fine di reidratarli.
I semi – lo ricordiamo – vengono raccolti a mano, quindi, una volta separati dal resto della pianta sono sottoposti a un processo meccanico che ne rimuove la parte esterna liberando il chicco bianco.
L’ utilizzo in cucina
I semi di quinoa si prestano a molteplici utilizzi. L’alimento preferito dei popoli delle Ande è recentemente tornato di moda, soprattutto tra i vegani e i vegetariani ma anche tra gli onnivori. Il ricco apporto nutrizionale ne rende il consumo consigliato a coloro che seguono un regime alimentare controllato. Il sapore gustoso e l’elevato potere saziante ne fanno poi un piatto ideale per accompagnare praticamente ogni tipo di pietanza, dalla carne al pesce, fino agli ortaggi.
I chicchi possono essere utilizzati a crudo nelle insalate di ogni tipo, oppure cotti per realizzare piatti rustici, zuppe e perfino dessert.
In seguito ad apposita lavorazione, ne derivano addirittura bevande, mentre la farina può essere utilizzata per la preparazione di pane e dolci. Perfetti in ogni stagione sono, in definitiva, un alimento che non può mancare nelle vostre dispense!