Sciroppo d’agave
Caratterizzato da un indice glicemico più basso rispetto a quello del saccarosio, vale a dire lo zucchero da tavola tradizionale, lo sciroppo d’agave è un prodotto dolcificante che proviene dalla pianta omonima, e in particolare dall’agave blu, originaria del Messico. Dalla pianta si estrae il nettare, che viene filtrato in un primo momento e in seguito riscaldato: attraverso questo procedimento i carboidrati complessi vengono idrolizzati in carboidrati semplici. Tuttavia in alcuni casi questa conversione può essere effettuata anche con l’aiuto dell’Aspergillus niger, un lievito che esercita un’azione enzimatica sul succo. Dopodiché lo sciroppo viene concentrato, in modo tale che la sua densità sia quasi paragonabile a quella del miele.
Le proprietà nutrizionali dello sciroppo d’agave
Il consumo di 100 grammi di sciroppo d’agave comporta l’assunzione di 310 calorie. In questa dose sono presenti 0.45 grammi di grassi, poco meno di 23 grammi di acqua, 0.09 grammi di proteine e più di 76 grammi di carboidrati, di cui gli zuccheri superano i 68 grammi. Va sottolineato, però, che il processo termico a cui viene sottoposto comporta la distruzione di quasi tutti i nutrienti che si trovano all’interno del nettare: è per questa ragione che, se se ne ha la possibilità, è preferibile comprare uno sciroppo estratto a freddo. Il suo colore potrà essere scuro, ambrato medio o quasi trasparente in base alla lavorazione effettuata. In qualsiasi caso, nello sciroppo di agave si riscontra un contenuto di zuccheri decisamente significativo, a fronte di un apporto ridotto di sali minerali e di vitamine: in 100 grammi, si ritrovano 0.01 milligrammi di zinco, 0.09 milligrammi di ferro, 1 milligrammo di calcio, 4 milligrammi di sodio, 4 milligrammi di potassio e 1 milligrammo di magnesio, oltre a 30 milligrammi di folati e a 17 milligrammi di vitamina C.
I benefici
Prendendo in esame i benefici garantiti dallo sciroppo d’agave, è necessario fare riferimento in modo particolare alla presenza del fruttosio, che – come è noto – è lo zucchero più importante della frutta. Proprio il fruttosio fa sì che l’indice glicemico di questo prodotto sia basso (compreso tra 27 e 90 in funzione della lavorazione): infatti, esso non incide sui livelli di glucosio nel sangue, ma viene metabolizzato dal fegato. Nel caso in cui venga assunto in eccesso, invece, viene trasformato in grasso. Come si è visto, inoltre, nello sciroppo sono presenti anche i folati, precursori di una vitamina – l’acido folico – che svolge un ruolo fondamentale per la crescita delle cellule e per la loro differenziazione. L’acido folico è importante in modo particolare nel corso della gravidanza: una sua carenza, infatti, rischia di avere ripercussioni negative per la salute del nascituro, in particolare a livello del tubo neurale.
Perché consumare lo sciroppo d’agave
Uno dei motivi per i quali viene raccomandata l’assunzione di questo sciroppo va individuato nella sua capacità di stimolare e di rafforzare le difese immunitarie. Nel caso in cui si scelga il prodotto estratto a freddo, infatti, si può contare su un discreto apporto di vitamina C, che ha un ruolo prezioso nell’incentivare l’azione delle cellule che contribuiscono a difendere il nostro organismo dalle aggressioni portate da agenti estranei e batteri. Dal momento che la vitamina C è termolabile, in uno sciroppo estratto con processo termico la sua presenza è limitata.
Il potere dolcificante
Ricorrere allo sciroppo di agave al posto dello zucchero classico è vantaggioso per due ragioni: non solo perché il suo indice glicemico è più basso, ma anche perché il suo potere dolcificante è più alto – circa il 25% in più -, il che vuol dire che c’è bisogno di un quantitativo minore di prodotto per ottenere lo stesso effetto. Come si può intuire, a una minore assunzione corrisponde un apporto di calorie contenuto.
Come utilizzarlo
Ma come si può consumare questo prodotto? Lo sciroppo crudo è ormai reperibile in tutti i supermarket biologici, oltre che nei negozi online: essendo un dolcificante solubile, viene impiegato classicamente in sostituzione del saccarosio nel caffè, ma vi si può ricorrere anche per la preparazione di dolci, per realizzare torte o biscotti e per ogni altra ricetta, sempre ricordando che il suo potere dolcificante è maggiore di quello dello zucchero e quindi se ne dovrà usare di meno.