Integratore di vitamina D
Un integratore di vitamina D è un prodotto di fondamentale importanza per la salute delle ossa: un buon apporto di questo micronutriente, infatti, è in grado di garantire la corretta conservazione dello scheletro, soprattutto con il trascorrere degli anni. La necessità di un integratore si manifesta in tutta la propria evidenza se si considera che le fonti alimentari della vitamina in questione non sono molte: si tratta soprattutto dei cereali per la prima colazione fortificati e di cibi che presentano un elevato contenuto di grassi animali, come i seguenti:
- la carne di manzo
- i pesci grassi
- il latte intero
- i tuorli d’uovo
- il burro
- gli oli di pesce
Come funziona un integratore di vitamina D
Negli integratori la vitamina può essere presente sotto forma di colecalciferolo e di ergocalciferolo: nel primo caso si parla di vitamina D3, che è di origine animale, mentre nel secondo caso si parla di vitamina D2, che è di origine vegetale o fungina. Soprattutto la vitamina D3 deve essere preferita, dal momento che si caratterizza per una biodisponibilità più elevata, ma va detto che gli studi in merito sono ancora in corso e non c’è parere unanime tra i ricercatori. Quel che è certo è che la vitamina D, per diventare attiva dal punto di vista biologico, a prescindere dalla sua origine deve andare incontro a una doppia idrossilazione, che si svolge prima a livello del fegato e poi a livello dei reni.
Ma come funzione esattamente la vitamina D?
- dopo che si è attivata, agisce come un ormone, specialmente nell’intestino
- contribuisce all’omeostasi della calcemia
- valorizza l’assorbimento attivo del calcio alimentare
- ha un ruolo prezioso sul piano della mineralizzazione ossea
Quando c’è bisogno di un integratore
Il ricorso agli integratori di vitamina D si rende necessario in tutte le circostanze in cui si verifica una carenza di questa sostanza, che può essere determinata da un’esposizione al sole non sufficiente o da un apporto alimentare inadeguato.
Tra le altre possibili cause si segnalano le patologie renali croniche, per colpa delle quali la vitamina D non può essere attivata, e le malattie da malassorbimento, che fanno sì che il soggetto interessato non sia in grado di usufruire della capacità di assorbimento intestinale necessaria.
Nel caso in cui una carenza di vitamina D grave si riscontri in un bambino, si corre il rischio di rachitismo; tra gli adulti, invece, è necessario prevenire la cosiddetta osteomalacia, che corrisponde a una mineralizzazione ossea ridotta, anche se senza malformazioni dello scheletro.
Chi dovrebbe usare gli integratori
Le persone che hanno la carnagione scura dovrebbero valutare la possibilità di affidarsi agli integratori, dal momento che esse rischiano di fare i conti con una forte carenza di vitamina D: la melanina, infatti, ne contrasta la sintesi a livello cutaneo. C’è da dire, comunque, che le persone con l’incarnato scuro sono meno esposte al rischio di osteoporosi.
Gli integratori potrebbero costituire un punto di riferimento importante anche per chi ha un’intolleranza al lattosio, per chi segue un regime alimentare vegano e per chi soffre di un’allergia al latte: insomma, tutti coloro che non possono o non vogliono consumare alimenti con un alto contenuto di vitamina D.
Altri fattori di rischio sono l’età – il pericolo aumenta dopo i 50 anni – e l’obesità: la vitamina, infatti, viene trattenuta dal tessuto adiposo in modo proporzionale rispetto alla sua massa.
Gli integratori sono preziosi, poi, per coloro che sono alle prese con problemi di cattivo assorbimento dei grassi, dovuti per esempio al morbo di Crohn o alla fibrosi cistica, ma anche a malattie biliari o ad abuso cronico di lassativi.
Quanta vitamina D serve?
In un soggetto adulto sano, il fabbisogno di vitamina D è pari a 10 microgrammi al giorno. Gli integratori sono importanti per:
- le donne che sono in gravidanza
- le donne che usano i contraccettivi orali
- le donne che allattano
- le persone che vivono in contesti inquinati
Non bisogna trascurare, infatti, gli effetti dello smog, il quale assorbe i raggi ultravioletti che permettono l’attivazione della vitamina D.
La supplementazione di questa vitamina, che deve essere sempre prescritta da un dottore, non va comunque considerata come un trattamento universale ma è necessaria solo nel momento in cui si riscontra una effettiva carenza che può dare origine a problemi di salute anche gravi.
Come scegliere gli integratori
Per capire qual è l’integratore più adatto ai propri bisogni è utile chiedere consiglio al proprio medico.
Le donne che stanno affrontando il periodo successivo alla menopausa, per esempio, dovrebbero abbinare l’integratore con supplementi di calcio, in modo da contrastare la comparsa dell’osteoporosi.
Un trattamento prolungato a base di corticosteroidi, sempre in associazione con gli integratori della vitamina D, serve – invece – a prevenire l’osteopenia, vale a dire la riduzione della massa ossea, che può derivare dall’assunzione di specifici farmaci.
Il rachitismo e la sindrome di Fanconi sono ulteriori esempi di condizioni che motivano l’uso di integratori, così come i dolori muscolari, la psoriasi e i problemi ossei dovuti a insufficienza renale.